Non hai sedici anni? Niente WhatsApp!

Oramai è innegabile. Whatsapp è diventato uno strumento di comunicazione mondiale sia per maggiorenni che minorenni. Non occupa troppa memoria, facile, veloce da usare, necessita solamente di una connessione internet

di Giorgia Sepe

Il 4 maggio, a scuola, è arrivata una comunicazione che diceva: in seguito all’entrata in vigore del GDPR (General Data Protection Regulation) dal 25 maggio i ragazzi sotto i 16 anni non possono usare WhatsApp! Appena letta la comunicazione, si poteva intravedere il panico nei volti di ogni alunno.

Nella circolare c’era scritto anche che i genitori dovevano scegliere, se i ragazzi potevano usarlo ancora oppure no. Responsabilità molto grossa. Andare contro la legge o contro la volontà dei propri figli?

Oramai è innegabile. Whatsapp è diventato uno strumento di comunicazione mondiale sia per maggiorenni che minorenni. Non occupa troppa memoria, facile, veloce da usare, necessita solamente di una connessione internet, un numero di telefono ed è anche gratuito sia per iOS che per Android. A dir poco perfetto.

 

C’é solo una piccola pecca: utenti che non sanno usarlo in modo corretto.

Sin da piccoli, ognuno di noi ha imparato che il più delle volte, per colpa di persone che si comportano in maniera sbagliata, ci si rimette tutti quanti. Ciò è sbagliato. Ma la Polizia Postale come fa a sapere chi è onesto senza violare la nostra privacy? Non può. E’ per questo motivo che, chi ha meno di 16 anni, dovrebbe onestamente trovare un’altra piattaforma di comunicazione. O molto più semplicemente, sarebbe opportuno creare un social analogo a WhatsApp per i minori di sedici anni. In alternativa, per quanto scomodi e ‘all’antica’ si dovrà ritornare ai cari vecchi SMS.

Per quanto ciò sia triste, soprattutto per chi ci passava le giornate, è la cosa più giusta da fare.