di Katerina Savio
Ciao a tutti,
io non so se qualcuno leggerà mai questa lettera, ma se la state tenendo tra le mani vuol dire che è andato veramente tutto bene!
Siamo nel 2020 e diciamo che non è iniziato nel migliore dei modi: c’è stato un “piccolo” incendio che ha quasi distrutto tutta l’Australia, una quasi terza guerra mondiale tra l’America e l’Iran, la plastica ha ricoperto il nostro pianeta, inquinandolo, forse un asteroide passerà e sfiorerà la Terra ad aprile, ed adesso c’è il Coronavirus, o meglio COVID-19, del quale voi non saprete nulla, ma è una pandemia che sta uccidendo molte persone
Ci vietano di uscire di casa da alcune settimane, io sono a casa da scuola da ben ventisette giorni: non avrei mai pensato di dirlo ma mi manca la scuola, mi mancano il suono della campanella, l’entrata dei bidelli per dirci le comunicazioni, la ricreazione (quanto mi manca la ricreazione!), andare con le mie amiche nell’angolino e parlare di quanto ci eravamo annoiate durante la lezione, ripassare per una verifica.
Diciamo che ho nostalgia di questa mia parte di giornata, ma grazie alle nostre professoresse siamo riusciti a fare comunque attività scolastica in modo virtuale e questa cosa è veramente interessante, riesce a farmi piacere ogni materia, mi sento stimolata, e sono più tranquilla di quando vado a scuola.
Mi mancano i pomeriggi nella mia scuola di danza, dove mi alleno e mi preparo a concorsi a livello agonistico e nella
quale purtroppo non vado tempo, sembra poco ma per me è tantissimo, anche se grazie ai nostri insegnanti riusciamo ad allenarci, ci consigliano gli esercizi e ci suggeriscono le coreografie da imparare, questi gesti mi fanno sentire vicino a loro.
Beh, se vi chiedete cosa faccio in queste lunghe giornate vi posso fare una lista: iniziamo col dire che sto imparando a cucinare e sono anche molto brava. Sto cercando di studiare il più possibile per rimanere a pari col programma, e ogni tanto mi affaccio dal balcone per cercare le poche persone che passano per le strade, nude. Vedo parte del loro volto perché l’altra metà è coperta dalla mascherina, quel poco che riesco a intravedere è triste e preoccupato.
Quando i miei genitori guardano il telegiornale, vedo nei loro occhi l’angoscia.
Vi dico una cosa: godetevi tutti i piccoli gesti, che possono essere sguardi, abbracci, una semplice passeggiata, godeteveli sempre perché potreste trovarvi nella situazione in cui siamo noi adesso. Fidatevi, non è bella.