Sette giorni di astinenza

Anche oggi niente telefono, spero di non fare la fine di quei naufraghi che si mettono a parlare alle noci di cocco per la mancanza di relazioni sociali… Caro diario, tu potresti essere la mia noce di cocco.

di Giulio Garofalo Bentley

Giorno di astinenza numero uno.
Caro diario, mi sembra che sia passata un’eternità dall’ultima volta che ho sentito la soave vibrazione della sveglia del mio amato orologio digitale. Ma una sfida è una sfida ed è da rispettare. Spero soltanto che le telecamere installate in camera mia non siano state messe pure in bagno, anche se per controllare che non tocchi nemmeno un dispositivo elettronico sarebbero necessarie…
Vabbé, vado a fare colazione, non credo di avere anche il divieto di toccare cibo.
Secondo voi il tostapane è un dispositivo elettronico? Non credo, ma è meglio se rinuncio al pane tostato per questa settimana. Anche l’autobus potrebbe essere uno dei dispositivi, ma a meno che improvvisamente non mi venga voglia  di fare quattro chilometri a piedi, credo che lo prenderò. L’autobus: una scatola con le ruote guidata da un tizio con la stessa espressività di un opossum. Decine di ragazzi che non hanno voglia di camminare e si travasano nel mezzo e sempre come piante hanno bisogno, invece che di sole e di acqua, di videogiochi e di wi-fi.
E’ strano entrare da quelle porte auto-moventi senza un telefono a cui incollarsi. In effetti… ora che faccio in autobus senza telefono? Dovrei fare qualcosa tipo chiacchierare? Si dice così, giusto? Non ne sono sicuro, ma mi ci dovrò abituare, questo è certo.

Giorno di astinenza numero due.
Anche oggi niente telefono, spero di non fare la fine di quei naufraghi che si mettono a parlare alle noci di cocco per la mancanza di relazioni sociali… Caro diario, tu potresti essere la mia noce di cocco. Oggi lezione delle prof Ansie e Relle, credo che siano nomi francesi.
E’ sera, caro diario, ma volevo raccontarti quello che è successo durante la lezione delle prof francesi. Credo che se adesso qualcuno mi suonasse una tromba nelle orecchie non sentirei nulla! Le prof hanno iniziato a cantare, se così possiamo dire, perché a mio parere sembrava più l’insieme del canto di una cornacchia e il fischio di una locomotiva dell’800 prima della partenza. Non la smettevano più e il Preside ha chiamato i pompieri perché credeva che stesse suonando l’allarme antincendio.

Giorno di astinenza numero tre.
Caro diario, anche oggi niente tecnologia. Sto iniziando ad impazzire. STO IMPAZZENDOOO! Sono appena tornato da scuola e mi sto chiedendo quanti video di Marcy Games siano usciti nel frattempo. Una sbirciatina piccola piccola sul computer non sarebbe male, una sbirciatina innocente! Una sola, minuscola sbirciatina… Basta, non posso. Vado a fare i compiti.
Aspetta, ma come li faccio i compiti senza tablet? Dovrei forse incidere con la penna sul foglio lasciando quella roba nera sul bianco? Mi sento un uomo di Neanderthal che traccia segni con la polvere rossa sul muro della caverna! Ma come si girano ‘ste pagine? Ma perché si rompono tutte?!? Dov’è la scritta “prossima →”? Vabbé, per una volta non studierò, domani a scuola chiederò se qualcuno sa come si girano le pagine.

Quarto giorno di astinenza.
Caro diario, non ne posso più, sento il richiamo del computer che sembra dirmi di usarlo, anche solo di cliccare “spazio” sulla tastiera. Non avrei dovuto accettare la sfida. Non capisco il senso, è per caso per dimostrare che c’è un lato positivo nel fare uscire frasi dalla bocca, invece che cliccare su lettere ed emoji sulla tastiera di Whatsapp?

Giorno di astinenza numero cinque.
Caro diario, mi sbagliavo. Anche se all’inizio è strano, non è male andare in giro invece che esplorare il mondo Minecraft (per poi farlo esplodere ed eliminare ogni forma di vita). A scuola ci stiamo organizzando per andare in giro domani pomeriggio… anche i miei compagni partecipano alla sfida e potremo confrontarci!

Sesto giorno di astinenza.
Caro diario, dopo oggi non credo più di poter chiamare questi giorni “di astinenza” perché quando ti abitui scopri che ci sono tante persone nell’isola in cui sei naufragato. Oggi ho riscoperto l’uso dei citofoni e dei campanelli: sono molto più efficienti rispetto alle telefonate e i messaggi! Da quello che ho capito, se clicchi il pulsante, chi è in casa sente un rumore tipo il canto stridulo delle mie prof francesi, per poi aprirti la porta… è una cosa stupenda! Dopo aver citofonato a tutti gli amici siamo andati in giro, ma non come per Minecraft, che devi tener premuto “W”, ma muovendoci con le gambe! Abbiamo poi comprato delle caramelle con i soldi, non una nuova skin epica con la carta di credito! Siamo anche andati (sempre con le gambe) in un prato, dove ci siamo messi a parlare, non a scrivere e a mettere emoji, di questa strana settimana. Alcuni non hanno retto e si sono messi a guardare Tik Tok e ad aggiornare lo stato di Whatsapp.
La maggior parte però, come me, sono riusciti a rimanere distaccati dalle tecnologie e a vivere questa vita piena di emozioni che fino ad oggi non avevano provato, perché preferivo vivere una vita parallela in un mondo di Minecraft. Sai che ti dico, caro diario? Non ci sarà soltanto ancora un giorno di astinenza, dovrai fare spazio a pagine e pagine come queste. Adesso ti saluto, i miei compagni stanno suonando al citofono!