La scuola dell’artigiano

di Mattia Garibaldi Gli istituti professionali in Italia sono spesso considerati le scuole di chi non vuole studiare, ma per me quella che mi insegna a costruire qualcosa è la scuola di ciò che mi piace fare

di Mattia Garibaldi

Quest’anno la mia scuola ha avviato un progetto di collaborazione con il Villaggio del Ragazzo, l’opera diocesana che si occupa di diversi servizi, tra cui la formazione e l’aggiornamento professionale. Grazie all’area socio-educativa ho avuto l’occasione di provare un’attività di laboratorio di falegnameria ed elettricista.

A Cogorno le “aule” sono molto particolari: sono enormi, alle pareti ci sono le assi di legno grezzo che servono per le esercitazioni degli alunni e c’è un buonissimo odore di legno. A me piace tantissimo, infatti durante il lavoro qualche volta andavo a carteggiare i nodi delle assi, che sono i punti più profumati, solo per sentirlo. 

Mi è piaciuto da subito il tipo di rapporto che si è instaurato con i miei educatori, più stretto e informale rispetto a quello che ho coi miei insegnanti perché eravamo solo sei alunni. Non dovevo stare costantemente seduto ad ascoltare una lezione teorica, che purtroppo un po’ mi annoia. Ho potuto scegliere i progetti a cui dedicarmi, uno di falegnameria e due da elettricista; quello di falegnameria un po’ più complesso (una mensola porta Scottex) perché sicuramente in futuro dovrò essere pronto anche ai più difficili. 

In falegnameria siamo partiti da un progetto su carta che riproduceva  il pensile con le sue misure precise, ci siamo esercitati a usare gli attrezzi (pettinina, scalpelli, carta vetro…), poi ho iniziato a modellare le assi grezze piallando il legno per renderlo più liscio e piacevole al tatto. Una volta forato il legno ho iniziato ad assemblare il pezzo con delle “spine”, che sono una specie di chiodi inseriti all’interno di fori e che, aiutati dalla colla vinilica, tengono assemblato il progetto. Dopo ho carteggiato nuovamente tutto con una carta più fine per far aderire meglio la vernice, che però ha lasciato un po’ di imperfezioni, così ho ulteriormente rifinito il lavoro con la cartavetro. Nel laboratorio di elettronica abbiamo realizzato due impianti e un modellino di una pala eolica. Mi è piaciuto molto spellare i cavi per perfezionare la mia tecnica nelle basi di questo lavoro. Una volta finiti i miei progetti sono rimasti al Villaggio: li porterò a scuola il giorno dell’esame come mio elaborato personale. Dopo le medie mi iscriverò al corso di Elettronica.

L’artigianato è una passione di famiglia e intraprendere un percorso, anche se breve, di falegnameria ha fatto piacere sia a me che ai miei. Purtroppo in Italia non ha un grande futuro perché i robot e le macchine elettriche riescono e riusciranno sempre di più ad avere la precisione di un uomo.

Gli istituti professionali in Italia sono spesso considerati le scuole di chi non vuole studiare e non è del tutto sbagliato, ma per me quella che mi insegna a costruire qualcosa è la scuola di ciò che mi piace fare e sono sicuro che se in molte scuole secondarie si organizzassero dei corsi pomeridiani di artigianato si potrebbe trasmettere a molti ragazzi una passione.