Una città di mille colori

Vedere i fuochi mi dà sempre allegria, per questo cerco il posto con la visuale migliore: per anni mi sono divertito a correre il più veloce possibile, per sedermi su quello che ho soprannominato lo “scoglio divano”, uno scoglio enorme dove si possono osservare i fuochi in tutta la loro bellezza

di Jewin Benedict

Nei primi tre giorni del mese di luglio a Rapallo si sono tenute le feste patronali dedicate alla Madonna di Montallegro, a ringraziamento per la sua protezione negli anni 1580-1590 dalla peste e dal famigerato pirata Dragut. Protagonisti di questi tre giorni di fuochi, fiere, celebrazioni religiose e spettacoli nel centro e lungo la passeggiata sono stati i sestieri. Rappresentano le antiche suddivisioni della città nel medioevo e come dice il nome sono sei: San Michele, Seglio, Borzoli, Cerisola, Cappelletta e Costaguta. Testimonianza di una cultura antica che viene portata avanti ancora oggi, i sestieri si occupano di raccogliere i fondi per acquistare i fuochi d’artificio e affittare la chiatta, l’imbarcazione su cui vengono sparati i fuochi e che appartiene a un’antica famiglia di fuochisti di Napoli. Ogni sera per tre sere si esibiscono due sestieri con due sparate di fuochi d’artificio in un ordine ben preciso: il primo luglio Costaguta e Borzoli, il 2 luglio Cerisola e Cappeletta, con una sparata a mezzogiorno chiamata panegirico curata dal sestiere San Michele, 3 luglio Seglio e San Michele. Sono loro che hanno il compito di illuminare la città di mille colori in onore del quadretto posto nel santuario di Montallegro che secondo la leggenda ha protetto Rapallo da mille pericoli. La leggenda racconta che il due luglio del 1557 il contadino rapallese Giovanni Chichizola stava ritornando dal pascolo quando un bagliore di luce lo accecò e una signora gli apparve davanti pronunciando queste parole: ”Non temere Giovanni, io sono Maria, la madre di Dio, annuncia a tutti la mia apparizione e dì loro che qui voglio essere onorata. Lascio a voi questo quadretto come prova della mia apparizione”. La visione scomparve e davanti a Giovanni vi era un quadretto che il contadino decise di mostrare a tutti. Il parroco lo custodì nella chiesa principale della città ma accadde l’impensabile: senza che nessuno l’avesse spostato il quadretto venne ritrovato misteriosamente nel luogo iniziale dell’apparizione. I rapallini decisero allora di conservarlo lì, costruendo il santuario di Montallegro. Da quel giorno Rapallo venne protetta dal quadretto e l’ennesima prova vi fu nel 1579 quando in Liguria dilagava la peste portando migliaia di morti. L’unica città che sembrò salvarsi dall’epidemia fu proprio Rapallo in cui morirono solo 24 persone. Questo è considerato dai rapallini come un altro miracolo.
Le feste di Rapallo festeggiano anche un altro evento importante: il sacco di Rapallo da parte del pirata Dragut. Non a caso la terza notte di fuochi si incendia il castello, per ricordare quando nel 1549 fu il famigerato pirata a incendiarlo saccheggiando la città e rapendo le fanciulle per portarle sulla sua nave. Qui spicca un’altra figura importante, un giovane ragazzo di nome Bartolomeo Maggiocco che, come nella grandi storie d’amore, ha affrontato i pirati per salvare  la sua amata Giulia Giudice. L’impresa gli riuscì grazie a un’ascia con cui si fece largo portando via Giulia. Mentre Rapallo andava a fuoco venendo distrutta dalla furia del pirata i due si nascosero aspettando l’alba e uscendo allo scoperto solo quando i pirati se ne andarono.
Una storia che termina con un lieto fine in quanto Giulia e Bartolomeo si sposarono dando alla luce dodici figli. Le feste di luglio sono quindi tre giorni importanti che riportano alla luce storie e leggende appartenenti alla cultura di Rapallo e a cui i cittadini sono molto legati.
Anche per me le serate di luglio sono importanti, perché posso passare più tempo con gli amici e ogni volta che osservo i fuochi mi torna in mente la prima volta che li ho visti.
Avevo circa sei anni e ogni volta che sentivo l’esplosione avevo paura e mi tappavo le orecchie per far diminuire il rumore. Mio padre ogni volta lo notava così presto mi ritrovavo sulle sue spalle e una volta li sopra mi sentivo al sicuro come se papà fosse l’eroe pronto a difendermi da tutto, così mi godevo i fuochi e i loro bellissimi colori. Vedere i fuochi mi dà sempre allegria, per questo cerco il posto con la visuale migliore: per anni mi sono divertito a correre il più veloce possibile, per sedermi su quello che ho soprannominato lo “scoglio divano”, uno scoglio enorme dove si possono osservare le sparate in tutta la loro bellezza, soprattutto l’incendio del castello, anche se la sparata migliore rimane per me quella del sestiere Cappelletta in quanto rappresenta la mia zona. Le feste di luglio rimarranno per me giornate importanti fatte di attesa e divertimento, come l’attesa di quella bancarella che vende caramelle  e noccioline caramellate che mamma era solita farmi mangiare da piccolo, oppure il correre in spiaggia per andare a sedersi non appena si sentono i primi botti e ammirare insieme alla mia famiglia quelle figure colorate che si formano nel cielo ad ogni sparata, cercando di tranquillizzare il fratellino Jeyson come papà faceva con me sperando così che anche lui, quando sarà più grande, apprezzerà i fuochi quanto me e finendo ad aspettare insieme queste giornate di festa che lasciano ogni anno dentro di me bellissimi ricordi.