Piccoli giornalisti crescono

Piccoli giornalisti crescono

di Giacomo Daneri  

Ebbene sì! Ne siamo orgogliosi: ragazze e ragazzi del nostro Istituto hanno costruito un blog, che sarà di fatto il giornale delle allieve e degli allievi del nostro Istituto.

 

Grazie al finanziamento che l’IC Rapallo ha ottenuto lo scorso anno con il progetto “Per educare un ragazzo ci vuole un villaggio”, classificatosi primo in Liguria e secondo in tutto il Nord Italia, nell’ambito dei finanziamenti PON europei (a tale proposito si può consultare la pagina apposita sui finanziamenti ricevuti dall’Istituto, cliccando sul banner nella homepage del sito), è stato avviato un modulo di trenta ore che da gennaio a maggio ha visto riunirsi e crescere una vera redazione di ragazze e ragazzi, provenienti da tutti i livelli di classe della scuola, dalla prima alla terza.

 

Sotto la sapiente guida del dott. Paolo Marchi, appassionato cronista del levante ligure, e della professoressa Enrica Guidotti, anche lei con alle spalle un’esperienza significativa come redattrice (e colgo l’occasione per ringraziare entrambi dell’impegno profuso), ragazze e ragazzi si sono cimentati con prove di scrittura creativa, con la stesura di veri pezzi giornalistici su svariati argomenti e con gli aspetti tecnici della costruzione del blog.

 

Il prodotto è ora sotto gli occhi di tutti, ma non si può certo dire che sia tutto finito qui: allieve ed allievi, anzi giornaliste e giornalisti continueranno a innalzare le loro antenne per captare notizie importanti della vita dell’Istituto, della città e dell’ambiente circostante: dalla cronaca allo sport, dalla politica ai grandi temi di attualità, nessun argomento verrà tralasciato.

 

Homo sum: nihil humani alienum a me puto” (sono una persona umana: mi interessa tutto ciò che riguarda l’umanità) diceva il grande commediografo latino Terenzio: è questo l’augurio con cui saluto questa iniziativa: che la scintilla della curiosità per ciò che è intorno a voi non venga mai meno nelle vostre menti e nei vostri cuori. E che l’esperienza “giornalistica” che fate sia una metafora di quello che tutta la vostra vita a scuola dovrebbe essere: imparare sempre, in qualunque situazione, da tutto e da tutti.

 

Gente che sta sul pezzo

di Enrica Guidotti  

Immaginate venticinque ragazzini, ognuno col suo bravo cartellino di plastica trasparente appuntato sulla felpa con su scritto il proprio nome. E’ la prima volta che si vedono tutti insieme in quell’aula così grande e piena di computer, la prima volta che – a scuola – sentono due adulti dire “qui ci diamo tutti del tu”, immaginate le occhiate guardinghe, le mani alzate con circospezione a intervenire, ma senza dare troppo nell’occhio. Adesso immaginate di guardarli, settimana dopo settimana, prendere confidenza con schermo e tastiera, scrivere, sbuffare, cancellare e riscrivere, partecipare sempre di più alle discussioni comuni, accalorarsi nel difendere le proprie idee.

 

Nella grande aula dove i banchi si sono ricoperti di fogli, pagine di giornale sottolineate, circolari e comunicati stampa, c’è sempre qualcuno che si propone per raccontare quello che di significativo è successo a scuola durante la settimana. I grandi di terza aiutano i ragazzini di prima e seconda a correggere gli errori, provano e riprovano titoli finché non sono soddisfatti del risultato. Si accendono interminabili discussioni sui social network, sul funzionamento dei motori di ricerca, su pubblicità, film, videogiochi: tutto è comunicazione e quindi di tutto si può parlare.

 

La grammatica, che la mattina a scuola fa paura, al pomeriggio è solo uno strumento che bisogna saper usare per trasmettere bene quello che si ha in mente. Giornalisti e scrittori sono colleghi più creativi a cui rubare i segreti del mestiere,  la biblioteca scolastica si lascia saccheggiare volentieri da chi è rimasto incuriosito da un racconto o da una citazione. Alla fine del corso i cartellini sono appuntati su magliette leggere – fuori sta per esplodere l’estate – i nomi sono stati sostituiti dai soprannomi e ricoperti da disegnetti ed emoji. Il giornale è on line e ogni suo particolare, dal titolo al logo, dai colori all’impaginazione, è nato dalla sua redazione. Venticinque giovanissimi che hanno imparato a entusiasmarsi per una frase venuta bene o per un gioco di parole particolarmente arguto. In definitiva, a lavorare innamorandosi di quel momento, che è quello che provano i giornalisti, piccoli e grandi.