Uomini d’oro

Il regista ha raccontato questa storia concentrandosi non tanto sulla rapina in sé, ma sulle vite dei personaggi, molto diversi tra loro, ma tutti insoddisfatti e frustrati dalla loro quotidianità

di Leonardo Lawford

“Uomini d’oro” è il titolo del film diretto dal giovane regista di Salerno, Vincenzo Alfieri, che è da poco uscito nelle sale di tutta Italia.

La pellicola racconta la storia della rapina – accaduta nella Torino del 1996 – pianificata da Giuliano Guerzoni (interpretato da Gianpaolo Morelli) guidatore di un furgone blindato delle poste che trasporta quotidianamente tonnellate di denaro in contante. Coinvolti nel colpo ci sono anche: il baby pensionato ed ex postino Enrico Ughini (interpretato da Giuseppe Ragone) incaricato dello scambio dei soldi con dei fumetti dello stesso peso all’interno del furgone; l’incaricato del trasporto di sacchi contenenti i fumetti nelle casseforti delle poste Domenico Cante (interpretato da Fabio De Luigi). A loro si aggiunge Ivan Cella (interpretato da Edoardo Leo), ex-pugile decaduto che avrebbe il compito di portare Ughini e Guerzoni al confine.
Cante e Cella però avevano pianificato di uccidere Guerzoni e Ughini e così fanno. Vengono scoperti durante le indagini grazie alla testimonianza della moglie di Cante che rivela che suo marito è rincasato tardi nonostante il suo turno di lavoro finisse in prima serata.

Il regista ha raccontato questa storia concentrandosi non tanto sulla rapina in sé, ma sulle vite dei personaggi, molto diversi tra loro, ma tutti insoddisfatti e frustrati dalla loro quotidianità, e hanno così cercato una via di fuga attraverso questo colpo.
Per questo motivo, Alfieri ha deciso di suddividere il film in capitoli: il primo, Il Playboy, vede il punto di vista di Guerzoni, il secondo, Il Cacciatore, vede quello di Cante, il cui hobby era appunto cacciare; infine Il Lupo, racconta il punto di vista di Cella.

Questo modo di raccontare i fatti ha funzionato? Secondo me non molto, perché si faceva fatica a seguire il filo della storia, che sembrava avere un tassello mancante che quindi non consentiva di capire pienamente lo svolgimento degli eventi. Nonostante ciò, tutto sommato ne è uscito un film bello e avvincente. Forse con qualche attenzione in più ai dettagli il racconto sarebbe potuto risultare stato più completo.

(Foto tratta da https://www.flickr.com/)