Lettera ai professori

Forse in questo periodo tutti noi stiamo avendo meno rapporti con i nostri amici, con i nostri parenti, ma vi assicuro che finita questa quarantena cercheremo di fare una festa per incontrarci tutti, per rivivere emozioni perdute

di Yassine Achchak

In questi giorni di totale incubo per me, ho voluto scrivere questa lettera che viene dal mio cuore a tutti i professori della mia classe 3^g delle Giustiniani.

Spero che ognuno di voi sia a casa propria e non in un brutto posto. In questi giorni siamo tutti giù di morale ma non ci possiamo proprio fare niente. Questo maledetto virus che ci ha separato, che ci ha diviso l’uno dall’altro. Per noi questo era l’ultimo anno con voi, era diciamo l’anno più bello del triennio nel quale ci saremo lasciati in un momento in cui la maggior parte di noi ha raggiunto una certa maturazione.

In questa lettera volevo aprire a voi il mio cuore pensando di raccontarvi cosa mi sta succedendo per colpa di questo virus che gli scienziati chiamano invisibile.

Innanzitutto volevo iniziare a parlare di questa didattica a distanza che se devo dire sinceramente non è che mi piaccia tanto, perché per me lavorare in classe con tutti voi non è la stessa cosa che lavorare a casa. In classe era più divertente che stare in casa annoiati, infatti in questa didattica a distanza certi lavorano con sincerità e certi no.

Quanto vorrei tornare da voi, risentire le vostre sgridate, i richiami che davate a tutti noi, quanto vorrei ritornare nella mia amata scuola con i miei amati professori.

Prima ci lamentavamo delle ore che passavano al rallentatore, delle sei ore noiose ogni giorno, ma ora io (e penso anche i miei compagni) preferiamo farne pure dieci per rivedervi, purtroppo non ci rincontreremo mai più a scuola.

Perché è successo tutto questo me lo potete spiegare voi professori? Voi è come se foste le nostre mamme i nostri papà, vi amo come se voi foste la mia famiglia, per me voi siete i miei eroi, siete gli occhi che mi hanno fatto scoprire nuovi fatti che mi hanno illuminato il cervello.

Scusate per tutte le volte che sono stato scortese con voi magari tornare a scuola solo per venti minuti per riabbracciarvi tutti quanti!

Ma ora torniamo alla didattica a distanza. Il nostro modo di comunicare è cambiato nel senso che in classe eravamo più attivi che ora in classe , io vi ringrazio molto perché avete portato avanti la scuola e l’educazione, invece il mio rapporto con i compagni forse non è cambiato in quanto con certi facciamo ogni giorno video chiamate per parlarci, per passare un po’ di tempo insieme, perché senza i miei super compagni forse sarei un ragazzo senza senso. Loro ci sono sempre stati per me nei momenti più difficili e soprattutto sei di loro sono i miei preferiti, lo so che non dovrei avere preferenze, ma per me è così e li ringrazio molto.

Io per fortuna non ho problemi di collegamento perchè ho il wifi a casa, forse certi di noi useranno i giga del telefono, forse altri useranno altre cose, ma per fortuna la maggior parte di noi si collega alle video lezioni, l’importante è vedersi sani e contenti.

Forse in questo periodo tutti noi stiamo avendo meno rapporti con i nostri amici, con i nostri parenti, ma vi assicuro che finita questa quarantena cercheremo di fare una festa per incontrarci tutti, per rivivere le emozioni perdute.

Questi giorni per me sono tutti uguali uguali e uguali ma non sono giorni di vacanza per nessuno!!!.

Purtroppo quest’anno alla fine dell’ultima campanella non ci saranno lacrime, non ci saranno saluti, non ci saranno professori che piangeranno, dopo tre anni di enorme compagnia, di una compagnia che nessuno di noi si dimenticherà. Perché, dico io, il virus è arrivato proprio in questo momento, a febbraio della terza media?

Infine vorrei ringraziare tutti i miei professori La Rosa, Amato, Cattaneo, Beucci, Mapelli, Bogliardi, Pelizza, Giambrignoni, Vasquez, Stolfo, Boidi, Kyrylova e Ignaccolo. Grazie per tutto il vostro lavoro.