di Alaa Maarouf
Un giorno mi svegliai, era un giorno come tutti gli altri: feci colazione e poi, insieme a mia mamma, andai a fare compere in un negozio di frutta e verdura, dove scoprii la verità.
Avevo solo quattro anni, ma me lo ricordo come fosse ieri: mia madre entrò nella bottega dicendomi di non muovermi dal mio posto, io la ascoltai e rimasi dove mi trovavo.
Ad un tratto sentii mamma urlare con il fruttivendolo, dopo qualche minuto uscì arrabbiata, mi prese per mano e andranno in un altro negozio: qui mamma non entrò neppure, lesse un cartello che si trovava sulla porta e restò in silenzio.
Io allora non sapevo leggere, ma vidi che c’erano due immagini: quella di un uomo e quella di un cane ed entrambe erano sbarrate da una croce. Non capivo cosa significasse, ma non dissi nulla.
A casa sentii la mamma che piangeva parlando con mio padre, entrai in camera loro e li vidi preparare le valigie; io ero felice perché pensavo che andassimo in vacanza, ma non capivo perché fossero così impauriti ed agitati.
Quando si accorsero di me, mi dissero di prendere uno zaino e di infilarci dentro un paio di vestiti e le cose che mi stavano più a cuore, poi andammo tutti a letto.
Durante la notte sentii la porta di casa abbattersi e delle urla provenire dall’ingresso. Mi alzai e mia madre mi disse di prendere il mio zaino e di fare quello che mi dicevano i due militari.
Io raccolsi in fretta le mie cose e li seguimmo, in silenzio, nel buio della notte.