Cavalieri per un giorno

La guida ha posto sulla testa di una nostra compagna una retina di maglia di ferro e tra lo stupore generale ha cominciato a tagliarla con un coltellaccio! Le maglie di ferro con cui erano realizzate le cotte dei soldati erano resistentissime

di Clarissa Canale

Il 28 aprile la mia ed altre due classi abbiamo visitato la fortezza delle Verrucole, un castello medievale costruito in Garfagnana da una famiglia di feudatari per tenere sotto controllo il territorio.  Siamo partiti da Rapallo alle sette del mattino e dopo circa tre ore di viaggio in pullman, che ci ha permesso di ammirare i paesaggi collinari per cui la Toscana è famosa, siamo arrivati a destinazione. Al castello due guide abbigliate con costumi dell’epoca ci hanno fatto accomodare sotto un capanno di legno e paglia, dove abbiamo fatto merenda e ci siamo divisi in due gruppi. La prima metà di noi avrebbe visitato gli interni e la seconda l’esterno della fortezza: io sono capitata nella prima, perciò dopo una lunga e ripida scalata siamo entrati e ci hanno fatto entrare nella prima stanza, che era la cucina. Lì abbiamo osservato i metodi di conservazione dei cibi dell’epoca, come il pungitopo, che serviva per tenere lontani i roditori dalle cibarie, ma anche gabbie per uccelli, strumenti per altri cibi come le tagliatelle o lo stenditoio che veniva utilizzato per far asciugare la pasta fresca.

E’ stata poi la volta della sala dove stava il signore, in cui la guida ci ha spiegato l’usanza di rivestire i muri con tappeti che garantivano un clima più confortevole, vista la difficoltà di riscaldare tutto l’enorme edificio. Di fronte ad una finestrella colorata si trovavano dei giochi da tavolo utilizzati dai cortigiani, ma il gioco d’azzardo non era ben visto siccome era un gioco di fortuna e si potevano perdere molti soldi, infatti ancora tutt’oggi non è ben apprezzato. Visto che molti di noi erano incuriositi dagli abiti che erano esposti nella sala, la guida ha posto sulla testa della nostra compagna Micole una retina di maglia di ferro e tra lo stupore generale ha cominciato a tagliarla con un coltellaccio! Questo per dimostrare che la maglia di ferro con cui erano realizzate le cotte dei soldati erano resistentissime. Nell’armeria ci hanno mostrato  tutte le attrezzi agricoli e armature per la guerra. Il nostro compagno Diego ha fatto da modello, indossando una speciale sottoveste di pelle e una pezza di tessuto per proteggere la testa dall’elmo di ferro, che dopo qualche ora al sole avrebbe cominciato a far scottare la pelle. Soltanto la sottoveste pesava circa 7 kg quindi correre con quel vestimento era molto difficile. Infine ci hanno portato al “bagno”, che con nostra sorpresa era un semplice buco all’esterno delle mura, che “scaricava” nel prato sottostante. Incuriositi ci siamo seduti su questo gabinetto aereo: era una sensazione davvero strana.

11All’ultimo piano, oltre alla ricostruzione di un letto dell’epoca, provvisto di baldacchino, c’erano dei modellini in legno delle macchine d’assedio e alcuni souvenir da acquistare: io ne ho approfittato per prendere una spada di legno. Fatto cambio con l’altro gruppo ci siamo ritrovati all’esterno della fortezza, dove la guida ci ha illustrato le tecniche di attacco e di difesa, perché di fronte al castello c’erano enormi distese di prato alla distanza giusta per i nemici ma le grandi mura del castello reggevano benissimo. Sul prato davanti al castello abbiamo provato la “frombola”, il lancio di una pietra in un pezzo di pelle legato ad un bastone ed erano lanci lunghissimi ma che dovevi calibrare bene perché altrimenti arrivava soltanto a pochi metri. Infine ci hanno portato in un sotterraneo che serviva per non far inumidire le munizioni dove c’erano anche i pipistrelli, che purtroppo erano rintanati nei buchi della pietra e non si sono fatti vedere. Dopo il pranzo, sulla grande piazza d’armi all’interno della fortezza, è cominciata la parte più movimentata della giornata, cioè la battaglia con armi e scudi. Scelti i capitani delle squadre è cominciata una gara di tiro con l’arco ci siamo suddivisi nelle fazioni di Lucca e Modena. La nostra squadra  ha scelto Modena con lo scudo azzurro e bianco. Ci siamo armati di tutto il necessario e abbiamo ascoltato le regole del combattimento: come avanzare e come difenderci con il sistema della testuggine romana: infatti la prima prova è stata di difesa, mentre le prof ci scagliavano addosso le lance, testando la resistenza dei nostri scudi. Finite le prove è cominciato il combattimento vero e proprio, in cui inizialmente dovevamo attaccare la squadra avversaria e rubare la loro bandiera e poi il contrario. Molto adrenalinico! Modena purtroppo ha perso, ma tutti noi abbiamo “vinto” una giornata bellissima e piena di emozioni.