Diritto di parola

Ancora oggi, sebbene siano passati secoli, la libertà di parola è il primo diritto che viene soppresso soprattutto nei paesi dove non esiste un regime democratico e purtroppo non sono pochi.

di Irene Verrina

“Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.”
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.”

Così recitano l’articolo 11 e 21 della Costituzione italiana.

In qualunque luogo, a scuola, al lavoro, a casa e anche nel Governo ognuno ha il diritto di esprimere il proprio pensiero, ma non in tutti i paesi del mondo è così.

Nel nostro paese il diritto di parola è sancito da ben due articoli della Costituzione

La libertà di parola risale all’antica Grecia, nelle polis con regime democratico, dove veniva chiamata parresia dal greco dal greco pan (tutto) e rhema (ciò che viene detto)

I cittadini, di condizione libera, avevano la facoltà di esprimere liberamente la loro opinione durante le assemblee pubbliche che si svolgevano nelle agorà.

Ma la libertà di espressione, fin dai tempi antichi, non sempre è stata ben gradita.

Scrittori, filosofi e scienziati hanno sempre cercato di manifestare il loro pensiero, ma spesso ciò ha portato loro anche alla morte come, ad esempio, Giordano Bruno, filosofo, che nel 1600 fu arso vivo per aver espresso il proprio pensiero contrario a quanto diceva la Chiesa.

Ancora oggi, sebbene siano passati secoli, la libertà di parola è il primo diritto che viene soppresso soprattutto nei paesi dove non esiste un regime democratico e purtroppo non sono pochi.

Tanti giornalisti vengono incarcerati o addirittura uccisi per aver raccontato la realtà o

aver espresso opinioni contrarie al governo in carica.

SE VIENE A MANCARE LA LIBERTÀ DI PAROLA, ALLORA NOIOSI E SILENZIOSI POSSIAMO ESSERE CONDOTTI COME PECORE AL MACELLO

(George Washington)

La giornalista russa Anna Politkovskaja, nel 2006 è stata uccisa per aver scritto e pubblicato critiche sul mancato rispetto dei diritti civili da parte delle forze armate e del governo russo, comandati da Putin.

Fino a qualche anno fa l’informazione era data da giornali, libri, televisione e radio. A questi, in tempi recenti, si è aggiunto anche Internet che ci permette di avere notizie in tempo reale su tutto e tutti da ogni parte del mondo.

Questo mezzo ci permette anche di dare voce a quei popoli che voce non ne possono avere. Ultimamente, per esempio, in Iran una ragazza è stata uccisa perché dal suo velo fuoriusciva una ciocca di capelli.

Per protesta donne di tutto il mondo, di ogni estrazione sociale hanno postato sui social il video nell’atto di tagliarsi i capelli.

I filmati hanno ottenuto milioni di visualizzazioni e questo ha portato a conoscenza del dramma che vivono le donne iraniane e non solo.

Questo perché abbiamo la libertà di poter pubblicare liberamente ciò che pensiamo.

Internet è una finestra sul mondo, ma purtroppo di questo diritto se ne abusa e spesso vengano pubblicate notizie fasulle, chiamate “fake news” , che fanno il giro del mondo portando solo disinformazione e mettendo in discussione anche le notizie vere.

Ancora oggi quindi, lottiamo non solo per il nostro diritto di parola, ma anche per corretto uso di questo diritto.

Anche a scuola, la libertà di parola è un diritto fondamentale che permette a noi studenti di confrontarci e con il confronto di imparare a migliorarci.

Il confronto ci permette di aprire la mente, ci fa capire che non tutti la pensano come noi, ma che tutti hanno il diritto di esprimersi.

Famosa la frase, erroneamente attribuita a Voltaire, della scrittrice Evelyn B. Hall all’inizio del ‘900: “Non sono d’accordo con il tuo pensiero, ma darei la vita perché tu possa esprimerlo”