Tecn-o-cartaceo

Non pensavo di riuscire mai a dirlo ma mi manca la scuola, la quotidianità, ma soprattutto mi mancano i miei amici. Per fortuna però i professori hanno trovato un modo di fare lezione attraverso uno schermo.

di Alice Castagnola

Nell’ultimo mese sono stata chiusa in casa tutti i giorni, ma per fortuna ho un bel giardino dove mia sorella ed io abbiamo montato una meravigliosa tenda da campeggio!

Visto che mio papà ha dovuto chiudere i suoi locali, cioè un bar e un ristorante, per via della pandemia, abbiamo molto più tempo per stare insieme e mi ritengo molto fortunata perché ho una sorella che mi tiene compagnia in questo momento molto difficile. La mamma invece è sempre al lavoro, ma per fortuna le hanno ridotto gli orari e quindi riesce a stare con noi un po’ di più.

Non pensavo di riuscire mai a dirlo ma mi manca la scuola, la quotidianità, ma soprattutto mi mancano i miei amici.
Per fortuna però i professori hanno trovato un modo di fare lezione attraverso uno schermo. Ogni mattina si comincia alle nove in punto e si conclude la scuola online alle dodici e quarantacinque. Ogni lezione dura quarantacinque minuti con una pausa di quindici, tra una e l’altra. Durante questo periodo di tempo bisogna essere interrogati, prestare attenzione alla lezione e correggere i compiti. In un attimo ci siamo ritrovati catapultati in un’altra realtà, sia noi ragazzi che i nostri professori. Le lezioni sono svolte su piattaforme come Meet o Zoom spesso con qualche problema nei microfoni o nell’audio. L’uso di questo metodo all’inizio era un po’ confusionario, in pochi conoscevamo il giusto funzionamento ma a poco a poco siamo diventati tutti più esperti e tecnologici. Purtroppo alcuni compagni hanno mostrato il loro lato peggiore, spesso disturbando la lezione e chi aveva voglia di seguire.

È un metodo però che mi stimola di più e mi piace perché, pur non avendo un contatto personale con i professori, mi sono resa conto di essermi “avvicinata” di più a loro. Non condividere un’aula con i propri compagni è strano e pure è strano non poter fare un pezzo di strada insieme verso casa al ritorno e magari scherzare su qualcosa che è accaduto in classe.

Studiare a casa è un’esperienza che sto già vivendo, ma senza robot come nel racconto di Asimov, in cui spiega che i ragazzi fanno lezione direttamente da casa con un maestro robotico; non dovrebbe essere brutto avere un insegnante meccanico ma potrebbe portare molti problemi. Ad esempio potrebbe rompersi oppure non essere programmato bene e si perderebbe molto facilmente la concentrazione. Fare lezione on-line mi permette di dormire un un’oretta in più ogni mattina perché in effetti facevo fatica a svegliarmi presto dal lunedì al venerdì. Uno dei lati negativi di far scuola da casa è che intorno a me ho tutte le mie cose, i miei giochi, e la mia famiglia e ciò mi distrae molto. Il robot dà meno emozioni che un libro. Il cartaceo regala sensazioni e sentimenti inimitabili.

Ultimamente ho riscoperto una passione che avevo un po’ perso per il poco tempo a mia disposizione, leggere. Tenere in mano “un semplice plico di fogli” può diventare un’esperienza magnifica, oltre tutte le immaginazioni. Al tuo libro puoi fare le “orecchie di elefante” e puoi evidenziare parti che ti sono piaciute particolarmente. E poi il libro è sempre diverso, carta liscia o ruvida, gialla o bianca. E il profumo…il suo profumo ti fa venire voglia di iniziare al più presto a leggerlo e tuffarti in nuove avventure.

Da tutta questa situazione cerco di tirare fuori il meglio, anche se non è facile. Mi manca tanto la normalità, ma sicuramente sono pronta ad affrontare il futuro scolastico, che sia in un un’aula o dietro ad uno schermo. Dal punto di vista umano credo che sia impossibile abituarsi a non avere contatti ravvicinati con le persone, che siano quelli simpatici, che magari ti tirano i capelli per ridere, o quelli che proprio non sopporti per come si comportano. Quasi quasi spero di tornare presto a scuola.