L’emergenza Covid-19 al di fuori dell’Italia

Ho deciso di intervistare i miei parenti francesi per capire come sta evolvendo la situazione nel loro paese.

di Giacomo Carioti

Ho deciso di intervistare i miei parenti francesi per capire come sta evolvendo la situazione nel loro paese. Le persone che ho intervistato sono tre.

Mia Zia si chiama Marcelle Carrey, abita a Bordeaux in una piccola casetta ma con un grande giardino.

Zia, che cosa pensi dell’emergenza Covid-19?
Penso che questa emergenza sia diventata troppo estesa perché se si vuole fermare la pandemia bisogna rispettare il confinamento a casa propria.

La tua nazione come ha reagito all’emergenza?
La reazione secondo me si è avuta un po’ tardi, perché tenendo conto della situazione italiana non sono state prese subito le precauzioni opportune, come per esempio bisognava fermare le votazioni municipali.

Descrivi la situazione dei supermercati nella tua città, ci sono dei servizi di consegna a domicilio
Certo ci sono dei servizi a domicilio sia per gli alimentari sia per i prodotti farmaceutici.

Mia cugina si chiama Carlotta Carioti ha 33 anni, abita a Bordeaux in un piccolo appartamento con giardino, ed è infermiera.

Secondo te le misure prese in Francia per il Covid-19 sono giuste?
Secondo me sono giuste, anche perché se non avessimo scelto di fare il confinamento a casa l’unica opzione possibile era quella di sottoporre tutti i cittadini al test per il Covid-19.

Secondo te la popolazione francese ha capitola gravità della situazione e rispetta i decreti?
Secondo me gran parte della popolazione ha capito che è un problema se uscissero e quindi rispetta i decreti, e l’altra parte della popolazione dovrebbe pensare al male che farebbe se uscisse

Dato che sei infermiera, ma non lavori in ospedale, in questo momento quale mansione svolgi?
In questo momento lavoro a domicilio vado a casa degli infetti Covid-19.

Mio cugino Gianbattista Carioti e la sua fidanzata Claire Silvain abitano a Bordeaux, nel quartiere la Bastide. Mio cugino lavora come grossista del pesce, mentre Claire fabbrica botti per il vino. Mio cugino ha risposto al posto della sua fidanzata perché lei non conosce l’italiano.

Nel vostro settore ci sono state delle ripercussioni lavorative?
Si noi stiamo lavorando da casa, infatti nella mia ditta ci sono solo le persone che si occupano della produzione. Stesso per Claire.

Anche da voi c’è carenza di dispositivi di auto-protezione come le mascherine?
Si da noi in Francia c’è una grande carenza di mascherine e di liquidi per lavarsi le mani e guanti, fortunatamente per noi nel nostro lavoro non servono, ma servono negli ospedali per dottori e infermieri.

Descrivetemi una vostra giornata di quarantena.
Per me, Gianbattitsa, la giornata inizia alle 4 del mattino, alle 5 inizio ad acquistare il pesce nelle aste, dalle 7 iniziamo a vendere il nostro pesce. Alle 15 ricomincio a lavorare, la sera ceniamo e guardiamo qualche film su Netflix. Per Claire la giornata inizia un po’ più tardi, ma anche lei deve lavorare molto.